uando, da ragazzino, ascoltavo
gli anziani discutere di questo o di quel parente che abitava in
una particolare zona del paese mi colpivano in modo particolare i
nomi usati per individuare le vie o le piazze, termini che si
discostavano completamente da quelli riconosciuti dalla
toponomastica cittadina.
Mi sono sempre chiesto quale ne fosse stata l'origine e se
ufficialmente fossero stati utilizzati dagli Amministratori
Comunali del tempo.
Scartabellando negli archivi parrocchiali ho avuto modo di
ritrovare, come gia' citato, registri che contengono dati di
censimento della popolazione e, unitamente a questi, i nomi delle
vie di residenza dei nuclei abitativi.
Questi dati, che ovviamente hanno soddisfatto la mia antica
curiosita', si riferiscono all'anno 1844 e sono riportati nella
mappa allegata.
Il Borgo
era ancora racchiuso interamente dalla roggia Mora, all'esterno
dell'anello erano censite esclusivamente cascine.
Le dimensioni dell'agglomerato urbano, come ancora oggi si puo'
verificare, risultavano modeste, le vie che costituivano gli assi
principali nord-sud ed est-ovest e che lo suddividevano in
quattro parti misuravano rispettivamente 550 e 450 metri.
All'interno del perimetro vivevano approssimativamente 4300
abitanti (altri 1000 nelle cascine) con una densita' di
popolazione elevatissima : 17000 abitanti per kmq.
La direttrice est-ovest ,l'attuale via Matteotti-via Gramsci, era
appena stata ultimata con la realizzazione della via Gramsci, che
non esisteva sino a che, nel 1837, fu iniziata l'opera di
demolizione delle costruzioni che si trovavano sull'attuale
tracciato.
La nuova via assunse la denominazione di via Mediolani (via
Milano) congiungendo la piazza del mercato detta Platea con la
nuova via Nazionale che portava al capoluogo lombardo, in
localita' successivamente denominata Ponte di Busca.
E' dalla assenza di tale via, e quindi anche della attuale via
Ferraris, che si spiega il toponimo di via Romentini per la via
Garibaldi di oggi; dalla piazza, infatti si poteva procedere per
Romentino esclusivamente seguendo il percorso attraverso il
Castello, l'attuale villa Cicogna, che aveva conservato la
medioevale denominazione.
Una punta di curiosita' rimane per la via Dante, gia' via Del
Malguardato,o del Quartiere, un nome bizzarro che penso tragga
origine dalla dimora, sita in tale via, di un gabelliere
comunale. Piu' tardi assunse la denominazione di "stra'
dra cureja" (la cureja e',in trecatese, una cinghia o
correggia) pare per indicare che vi abitassero i seppellitori
comunali, che si servivano di tale strumento per portare a
pianterreno i defunti, attraverso le strette scale di legno dei
piani alti delle case. Rimangono per me oscure le origini dei
nomi forse piu' antichi, Valletto e Carrobbio (o Quadroppio) che
con Borgoratto, Cappomondo (piu' tardi divenuta via Ceredani, o
di Cerano), del Gallo e del Cristo sono le uniche che non
traggono origine evidente da caratteristiche di direzione, come
le altre gia' citate.
Chiudiamo la panoramica con le vie Ecclesia (della chiesa) e
Domus Episcopalis, la prima , l'attuale via Flli.Russi,
congiungeva la piazza, non ancora ampliata e priva del palazzo
municipale costruito piu' tardi, con la Chiesa Parrocchiale
mentre la seconda, via Cassano, traeva origine dal palazzo
Vescovile che si trovava nel luogo attualmente occupato dalle
scuole elementari.
Le porte di accesso al Borgo erano state abbattute nel 1837 le
strade erano ancora di terra battuta ma la struttura urbana
cominciava a cambiare, spinta soprattutto dalle esigenze di
incremento abitativo portate dallo sviluppo demografico.
La vita di societa' si svolgeva prevalentemente nei cortili,
superaffollati soprattutto da bambini; anche se non e' dato
sapere con certezza si puo' ben ritenere che si fosse molto
lontani dall'attuale vano per persona.
Un esempio puo' aiutare a chiarire la situazione, al numero
civico 65 di Borgoratto, quartiere notoriamente popoloso,
vivevano dieci famiglie e precisamente le due Mittino (6
componenti ciascuna), le tre Zanotti (due di 8 e una di 11),
Negri (5), Villano (3), Tacchini (9), Rosina (6), Gajazza (9);
complessivamente 71 persone di eta' media inferiore ai 25 anni.
Indubbiamente si poteva parlare di una piccola comunita', dove si
puo' presumere il privato di ognuno appartenesse un po' a tutti e
sfociasse in uno stile di vita ben diverso da quello attuale, che
fa dell'isolamento domestico uno dei suoi punti di forza.
Si e' potuto anche indagare sulle attivita' svolte dalla
popolazione in quello scorcio di secolo, come e' logico
attendersi la stragrande maggioranza era costituita da contadini
e contadine (raramente le donne non erano impegnate nel lavoro)
cioe' stipendiati che lavoravano la terra e non possidenti,
proprio cosi' erano chiamati, che invece lavoravano i terreni di
loro proprieta'; le due categorie citate rappresentavano
complessivamente oltre l' 80% della forza lavoro (rispettivamente
il 75% e il 5%). Seguivano poi le cucitrici 12% ed i
tessitori/tessitrici 3%, mancavano completamente gli operai (solo
piu' tardi si sarebbero sentiti gli effetti della
industrializzazione).
Le altre attivita' erano quelle che permettevano il minuto
mantenimento del Borgo, lasciando le definizioni dell' epoca: dal
negoziante al mugnaio, al prestinaio, al negoziante di granaglia,
al manzolaio per poi passare al muratore, al mastro di muro
(capomastro), allo zoccolaio, al fabbro ferraio, al sellaio, al
sarto, al carrettiere, al falegname ed ancora, solamente per
citarne alcune tra le piu' inconsuete per i nostri tempi:
fruttaiolo, materassaio, tintore, dama di casa; curiose poi
quelli di comico, musicante, pastore, rare invece quelle di
avvocato, impiegato delle dogane, benestante e tutte le
occupazioni che, mi si passi il termine, si possono ancora oggi
considerare di elite.
Trecate era quindi, solamente un secolo e mezzo fa, un centro
prettamente agricolo, come la maggior parte di quelli italiani,
circondato dalle tipiche cascine padane, costituite
prevalentemente da popolosi agglomerati, di cui si possono
ricordare alcuni nomi, ne erano state censite ben 25 all' esterno
della roggia: della Provvidenza, di Cristofero, della Mensa
Vescovile, al Mulino, Scacchina, in Casate, Massera vecchia,
Inglesa, Colonga, Luserta, alle Bettole, St. Cassiano, Pozzaccio
Serponti, Pozzaccio Guascone, Pozzaccio Caminada, al Manzolo,
alle Grazie, alla Dolza, al Cassinino, Bellizzona, Cicogna ed
altre a denominazione corrispondente al cognome di famiglia.