La Confraternita del Corpus Domini, o del Santissimo Sacramento, nacque a Trecate sul finire del XVI secolo e continuo' la propria attivita' per quasi quattrocento anni, cioe' sino alla meta' del 1900.
Le Confraternite trecatesi e, tra queste, quella ricordata, normalmente nascevano come affiliate ad un organismo maggiore, fondato dalla Chiesa Romana. In particolare la Confraternita del Corpus Domini era stata eretta nella chiesa della B.V. Maria sopra Minerva in Roma.
La data di fondazione ufficiale si puo' fissare al 1573, si legge infatti in un documento recentemente rinvenuto:
"1573 Nel nome del Signore nostro Gesu' Cristo, essendo la magnifica Comunita' nostra di Trecha sempre stata amica et zelante del honore del culto Divino, havendolo con chiari e manifesti esempi ed effetti in piu' et vari modi dimostrato, da dodici anni nel circa in qua essendosi in essa congregata et unita una bella et honorata compagnia, o schola per di continuo il magno Iddio con sue oratione et boni esempi, et per honorare il Sacratissimo Corpo del nostro Signore Gesu' Cristo..."
Si puo' quindi ritenere che gia' nel 1561 i confratelli del Corpus Domini si ritrovassero in forma non ufficiale.
Il documento a cui si e' precedentemente accennato fa parte di un incartamento relativo ad una causa civile aperta per un dissidio nato tra la Confraternita e la Fabbriceria della Chiesa sul finire del secolo scorso e protrattosi sino al primo decennio di questo; come spesso accade sono le liti che permettono di venire a conoscenza di argomenti altrimenti ignorati o sottovalutati, come in questo caso in cui, per l'istruzione della causa, e' stato necessario ricercare notizie sulle proprieta' della Confraternita.
Brevemente si puo' accennare ai motivi del dissidio; la Confraternita del Corpus Domini diceva di possedere un Oratorio con accesso verso la Parrocchiale, in pratica l'attuale altare del S.S. Sacramento e dei locali ad esso adiacenti, che considerava di sua proprieta' e completamente indipendente dalla chiesa (perche' separato da essa da cancelli di ferro), di proprieta' della parrocchia e gestito amministrativamente dalla Fabbriceria.
A conferma di cio' sosteneva e provava con citazione di antichi testi, che detto oratorio era stato realizzato con le prede della torre nova et legnami cioe' con le pietre ed altri materiali di una torre comunale, appunto la torre nova, quindi non poteva, detto oratorio, essere considerato di proprieta' parrocchiale.
La parrocchia, infatti, nel decidere l'ampliamento della chiesa con l'aggiunta delle due navate piu' esterne aveva di fatto inglobato l'altare nell'edificio modificando anche la struttura del locale adibito dai confratelli come luogo di orazione e di riunione, che si trova alla destra dell'altare. La causa si protrasse per molti anni, tra un appello e l'altro ed alla fine l'ebbe vinta la Fabbriceria, visto che non era emersa nessuna prova ufficiale di proprieta' detenuta dalla Confraternita.
Nel documento a cui si e' accennato sono contenute altre informazioni e, soprattutto, i capitoli e gli ordini della Confraternita, in pratica il suo regolamento.
Di seguito si riporteranno, per brevita', solo alcuni dei 25 capitoli, ai nostri occhi potranno sembrare anacronistici, indubbiamente in qualche caso criticabili; occorre tuttavia considerare che furono stilati quasi quattro secoli fa, in un periodo in cui molto, troppo spesso si associava il bene dell'anima a quello della borsa usando con abbondanza il metodo del bastone e della carota. Probabilmente, poi, le Confraternite rappresentavano i soli punti di aggregazione della popolazione e quindi dovevano darsi regolamenti severi, allo scopo di scoraggiare quanti erano mossi, nell'associarsi ad esse, da intenzioni di natura politica o altro.